
su filindeu
Su Filindeu – Il segreto più raro della pasta sarda
Su Filindeu della tradizione. Tra le pieghe della Barbagia, nascosto in rituali antichi e in mani che custodiscono saperi millenari, vive Su Filindeu (“i fili di Dio”), una delle paste più rare e preziose al mondo. La sua origine è profondamente legata alla città di Nuoro e alle famiglie che, di generazione in generazione, hanno tramandato l’arte di stendere e intrecciare questa pasta fragile come seta, ma resistente come tradizione.
L’impasto nasce da ingredienti poveri e semplici – semola di grano duro, acqua e sale – che, nelle mani delle donne, diventano magia. Con movimenti sicuri e pazienti, la pasta viene allungata fino a trasformarsi in sottilissimi fili, poi sovrapposti in tre strati incrociati, a creare un tessuto che ricorda una tela finissima. È un gesto rituale, quasi sacro, che richiede concentrazione, forza e delicatezza allo stesso tempo: da qui il suo nome evocativo, “i fili di Dio”.
La tradizione vuole che Su Filindeu venga consumato durante la festa di San Francesco a Lula, servito ai pellegrini come dono di ospitalità e condivisione. Il piatto autentico prevede che la pasta venga cotta e servita in un ricco brodo di pecora, profumato e sostanzioso, con la spolverata di formaggio pecorino sardo che ne esalta la forza e l’identità. È un piatto che racchiude in sé la spiritualità di un popolo, la semplicità della sua cucina e la profondità del suo legame con la terra e gli animali.
Per secoli, Su Filindeu è rimasto un segreto, conosciuto solo da pochissime famiglie nuoresi, al punto che ancora oggi il numero delle persone capaci di prepararlo si conta sulle dita di una mano. La sua rarità lo ha reso celebre a livello mondiale, attirando l’attenzione di studiosi, viaggiatori e persino grandi chef internazionali, ma restando sempre legato alle sue radici sarde.
Oggi, a preservare e diffondere questo tesoro della gastronomia isolana, contribuisce anche Chef Marina Ravarotto, che da Nuoro porta con sé non solo il ricordo dei gesti delle donne della sua terra, ma anche il desiderio di dare nuova vita a questo patrimonio. Nel suo ristorante ChiaroScuro a Cagliari, Marina ha scelto di proporre Su Filindeu come un vero e proprio “atto di memoria” e di amore verso la Sardegna. Con rispetto e devozione, lo inserisce nel suo percorso enogastronomico, permettendo agli ospiti di vivere l’esperienza unica di assaggiare una pasta che rischiava di scomparire.
In questo modo, Marina Ravarotto diventa tramandatrice e custode di un sapere che non appartiene solo al passato, ma che, grazie al suo impegno, continua a vivere nel presente. Ogni piatto di Su Filindeu servito al ChiaroScuro è un ponte tra la sacralità di un rito e la convivialità della tavola contemporanea, un dono prezioso che racconta la Sardegna più intima e autentica.